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Interventi post-disinfezione con microrganismi benefici

Sanificazione con EM di ufficio con un atomizzatore che garantisce una nebulizzazione leggera. Foto gentilmente concessa dalla Coop. Il Rastrello di Genova.

L’azione di sanificazione prevede non solo l’eliminazione dalle superfici di tutti gli organismi patogeni o potenzialmente patogeni per l’uomo, ma anche tutte le operazioni atte a rendere salubri gli ambienti.

La necessità attuale di agire in modo mirato in particolare verso il totale abbattimento della carica virale richiede, come da prescrizione dell’ISS [1], l’uso di disinfettanti, biocidi o Presidi Medico-Chirurgici (PMC) ad azione virucida autorizzati dal Ministero della Salute, tra cui vengono consigliate le soluzioni contenenti ipoclorito di sodio (0.1% -0,5%), etanolo (70%) o perossido di idrogeno (0.5%).

Questa pratica comporta la totale eliminazione dei microrganismi che sono naturalmente presenti su ogni superficie, non solo dei patogeni. Inoltre l’uso di questi prodotti, soprattutto del cloro, comporta rischi diretti per la salute e proprio per le vie respiratorie, nonché gravi conseguenze ambientali.

L’uso costante di alcune sostanze biocide aumenta, inoltre, il rischio di sviluppo di resistenze da parte dei microrganismi patogeni, rendendoli sempre più difficili da eliminare e provoca gravi squilibri microbiologici negli ambienti.

Al fine di rendere realmente salubri gli ambienti oggetto di sanificazione è ragionevole, da un punto di vista biologico e microbiologico, accostare all’azione disinfettante un altro tipo di azione che promuova realmente la salute degli operatori e dei fruitori di quegli ambienti.

Secondo l’ipotesi dell’igiene, proprio lo stile di vita moderno, con l’eccesso di igiene e la mancanza di contatto con i microrganismi, è correlabile con l’aumento di patologie e disturbi legati alla risposta immunitaria [2], allergie in primis. Nuovi studi forniscono buone ragioni per estendere la correlazione alle malattie autoimmuni, alle infiammazioni intestinali, ai disturbi neuroinfiammatori, all’aterosclerosi, alla depressione e ad alcuni tumori [3].


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Azione dei prodotti disinfettanti sulle popolazioni microbiche

L’abbattimento della carica batterica attraverso la sanificazione con disinfettanti ad ampio spettro crea un vuoto microbiologico che espone le superfici ad una successiva ricolonizzazione, anche da parte degli stessi patogeni [4].

L’azione di un prodotto disinfettante si esaurisce nell’arco di 30-60 minuti [5]. Ciò significa che, in meno di un’ora, la superficie sterilizzata viene colonizzata nuovamente a partire dai microrganismi naturalmente presenti nell’aria, nella polvere, sulle superfici non disinfettate e sul personale che si muove all’interno degli ambienti stessi.

In questa condizione, proprio i patogeni, che sempre più spesso sviluppano forme di resistenza alle sostanze biocide, possono trovarsi avvantaggiati dall’assenza di competitori biologici nello spazio appena lasciato vuoto.

L’effetto delle continue sterilizzazioni, associato ad un uso non responsabile degli antibiotici, è ben dimostrato negli ospedali, nei quali il rischio di infezioni da batteri resistenti diventa sempre più alto.

Risulta pertanto fondamentale intervenire, non soltanto con un’azione sanificante, ma potenziando la presenza di microrganismi benefici, che possano creare condizioni ambientali salubri e che favoriscano la salute di chi frequenta quegli ambienti, inibendo la presenza di microrganismi non desiderati, grazie alla produzione di sostanze ad azione antibiotica (necessarie per la loro stessa sopravvivenza) e al principio dell’esclusione competitiva tra specie.

Applicazioni ed efficacia dei microrganismi benefici

Negli ultimi decenni le nuove strumentazioni stanno consentendo di osservare in modo più dettagliato le interazioni dei microrganismi con l’essere umano e l’ambiente, mettendo in luce la possibilità di utilizzare microrganismi benefici per una incredibile varietà di applicazioni.

Sono state elaborate diverse miscele microbiche con la capacità di abbattere gli inquinanti [6] [7] [8], diminuire sensibilmente la flora batterica patogena [5] [9] [10] [11] [12] e contribuire a ristabilire condizioni salubri in una molteplicità di ambienti (agricoltura [13], allevamento [14], acque ipertrofiche [15]), grazie alla capacità di alcuni microrganismi di mettere in moto processi virtuosi che risanano gli equilibri microbiologici.

Miscele di microrganismi efficaci

A partire dagli anni ’80, in Giappone, si è iniziato a produrre miscele di microrganismi benefici provenienti da suoli di alto pregio per il trattamento degli ambienti contaminati e per migliorare la fertilità dei suoli.

Queste miscele, composte dai cosiddetti Microrganismi Efficaci (EM), sono utilizzate attualmente in tutto il mondo [16]. Contengono una grande diversità di microrganismi probiotici, normalmente presenti in natura, appartenenti principalmente ai gruppi di lattobacilli, lieviti e batteri della fotosintesi che coesistono in simbiosi in una soluzione liquida.
La grande varietà presente in questa miscela la rende estremamente versatile e idonea a riequilibrare gli ambienti consentendo il recupero dei meccanismi biologici di contrasto alle contaminazioni chimiche e biologiche.

Tra le numerose applicazioni, vi sono il biorisanamento [8] [13] [15], l’eliminazione di batteri patogeni [11] [12], la riduzione di emissioni nocive negli allevamenti [14].

Gli effetti antivirali delle miscele EM sono stati osservati già nel 2009 durante l’influenza suina, nel 2011 sull’afta epizootica in Corea e sul virus H5N1 dell’influenza aviaria, nel 2013 sull’herpes simplex e nel 2014 sono stati ottenuti risultati positivi con EM nel controllo dei virus influenzali, riportati negli atti di una conferenza della Japanese Society for Virology del 2014 [17].

Implementazione degli interventi di sanificazione con EM

Considerando la straordinaria interazione tra il nostro organismo e i microrganismi che lo abitano, nonché tutte le interazioni microbiche che avvengono dentro e fuori di noi, tra i microrganismi del nostro corpo, quelli di altre persone e animali e quelli dell’ambiente in cui viviamo, non si possono più relegare i microrganismi a sconosciuti ed invadenti intrusi da eliminare totalmente in nome della sicurezza.

L’applicazione di Microrganismi Efficaci sulle superfici e negli ambienti, grazie alla promozione di una microbiologia benefica, genera condizioni che contribuiscono al mantenimento della salute.

Inoltre, la capacità degli EM di abbattere gli inquinanti conosciuti come VOC (Composti Organici Volatili), è un interessante incentivo a favore della loro applicazione.

In caso di ambienti particolarmente sporchi, la forte attività antiossidante ed enzimatica dei microrganismi si rivela molto utile durante le fasi di pulizia: contribuisce all’abbattimento delle polveri, degli odori ed ha una azione igienizzante. L’uso di tali miscele contribuisce a salvaguardare la salute degli operatori, riducendo il rischio di esposizione a polveri inquinanti e bloccando attivamente la riproduzione di patogeni.

Gli EM aumentano l’efficacia delle pulizie:

  • semplificano l’asportazione dello sporco,
  • consentono di ridurre, o anche eliminare totalmente, l’utilizzo di detergenti,
  • contribuiscono a mantenere le superfici pulite più a lungo
  • creano un ambiente inospitale per le muffe,
  • prevengono la presenza e la diffusione di patogeni,
  • evitano il rischio di evoluzione di forme di resistenza nei patogeni,
  • promuovono la presenza di microrganismi utili e benefici per la salute.

In ambito sanificazione, l’introduzione di questi microrganismi utili può essere effettuata, dopo la disinfezione degli ambienti a norma di legge, a scopo precauzionale e con l’intento di rendere effettivamente salubri gli ambienti sottoposti a sanificazione, sia per gli operatori del settore pulizie che per gli utenti finali degli spazi sanificati.

La distribuzione degli EM può essere fatta, a seguito della procedura di disinfezione, semplicemente tramite una leggera nebulizzazione, negli ambienti di lavoro pubblici e privati, sui mezzi di trasporto e in ambito domestico.

Sappiamo bene che, dopo aver assunto degli antibiotici, conviene prendere dei probiotici, possiamo facilmente capire come lo stesso concetto possa estendersi anche al di fuori del nostro corpo, a tutto l’ambiente in cui viviamo.

Sanificazione con EM di un garage con nebulizzatore installato direttamente su pick-up. Foto gentilmente concessa dalla Coop. Il Rastrello di Genova.


APPROFONDIMENTO: ATTIVITÀ IMMUNOSTIMOLANTE DEI LATTOBACILLI

I lattobacilli – presenti con diversi ceppi prevalenti all’interno della miscela EM – sono tra i probiotici più studiati e fondamentali nella composizione del microbioma umano, ovvero dell’ecosistema microbico che risiede in ognuno di noi. Tra gli altri effetti di promozione della salute, sono stati associati a capacità immunostimolanti, immunomodulanti e protettive anche verso i virus.

Il sistema immunitario dipende direttamente da una interazione tra il nostro organismo e i microrganismi che lo abitano.

La risposta immunitaria viene mediata direttamente dal microbioma intestinale [18], in particolare emerge che, se la risposta immunitaria può essere attivata da alcuni lattobacilli [19], al contrario, in caso di inibizione del microbioma intestinale tramite antibiotici, la risposta antivirale può essere gravemente compromessa [20].

Oltre al microbioma intestinale, anche quello respiratorio è di fondamentale importanza nel determinare la resistenza alle infezioni respiratorie [21] [22] [23].

Numerosi studi dimostrano interessanti correlazioni tra i lattobacilli e la capacità dell’ospite di resistere ai virus influenzali, sia che questi vengano somministrati per via orale [24]  [25] [26] [27] [28] [29], che per via nasale [18] [30] [31] [32] [33] [34] [35] [36] [37] [38] e anche in caso che i lattobacilli stessi vengano inattivati tramite calore prima della somministrazione, dimostrando come la loro attività di immunomodulazione non dipenda necessariamente dal loro stato vitale [39] [40] [41] [42] [43].


Definizioni secondo art. 1 del D.M. 274/1997

  • Attività di pulizia: quelle che riguardano il complesso di procedimenti ed operazioni atti a rimuovere polveri, materiale non desiderato o sporcizia da superfici, oggetti, ambienti confinati ed aree di pertinenza.
  • Attività di disinfezione: quelle che riguardano il complesso dei procedimenti ed operazioni atti a rendere sani determinati ambienti confinati ed aree di pertinenza mediante la distruzione o inattivazione di microrganismi patogeni.
  • Attività di sanificazione: quelle che riguardano il complesso di procedimenti ed operazioni atti a rendere sani determinati ambienti mediante l’attività di pulizia e/o disinfezione e/o di disinfestazione ovvero mediante il controllo ed il miglioramento delle condizioni del microclima per quanto riguarda la temperatura, l’umidità e la ventilazione ovvero per quanto riguarda l’illuminazione ed il rumore.
  • Attività di disinfestazione: quelle che riguardano il complesso di procedimenti ed operazioni atti a distruggere piccoli animali, in particolare artropodi, sia perché parassiti, vettori o riserve di agenti infettivi sia perché molesti e specie vegetali non desiderate. Può essere integrale se rivolta a tutte le specie infestanti ovvero mirata se rivolta ad una singola specie.

 
Note bibliografiche

[1]Gruppo di Lavoro ISS Biocidi COVID-19, «Raccomandazioni ad interim sulla sanificazione di strutture non sanitarie nell’attuale emergenza COVID-19: superfici, ambienti interni e abbigliamento,» 2020.
[2]A. Kemp e B. Björkstén, «Immune deviation and the hygiene hypothesis: A review of the epidemiological evidence,» Pediatric allergy and immunology, vol. 14, n. 2, pp. 74-80, 2003.
[3]G. A. Rook, «Review series on helminths, immune modulation and the hygiene hypothesis: The broader implications of the hygiene hypothesis,» Immunology, vol. 126, n. 1, pp. 3-11, 2009.
[4]R. A. Weinstein e H. Bala, «Contamination, disinfection, and cross-colonization: are hospital surfaces reservoirs for nosocomial infection?,» Clinical infectious diseases, vol. 39, n. 8, pp. 1182-1189, 2004.
[5]S. Mazzacane e altri, «La sanificazione delle degenze ospedaliere: nuove strategie per la riduzione delle infezioni correlate all’assistenza sanitaria.,» L’Ospedale, vol. 3, pp. 8-17, 2014.
[6]O. P. Abioye, «Biological remediation of hydrocarbon and heavy metals contaminated soil.,» Soil contamination , vol. 7, pp. 127-142, 2011.
[7]D. Borah, «Microbial Bioremediation of Petroleum Hydrocarbon: An Overview.,» in Microbial Action on Hydrocarbons., Singapore, Springer, 2018, pp. 321-341.
[8]E.-J. Lee e altri, «Application of effective microorganisms for bioremediation of crude oil spill in Taean, Korea.,» Journal of Environmental Science International, vol. 17, n. 7, pp. 795-799, 2008.
[9]E. Caselli, L. Arnoldo e altri, «Impact of a probiotic-based hospital sanitation on antimicrobial resistance and HAI-associated antimicrobial consumption and costs: a multicenter study,» Infection and Drug Resistance, vol. 12, pp. 501-510, 2019.
[10]E. Caselli e S. Brusaferro, « Reducing healthcare-associated infections incidence by a probiotic-based sanitation system:,» Plos-ONE, vol. 13, n. 7, p. e0199616, 2018.
[11]Sajjad-ur-Rahman, S. M. e Altri, «An in vitro antibacterial activity of different effective microorganism cultures against pathogenic species.,» Science, vol. 2, n. 1, pp. 214-216, 1999.
[12]Z. Zhu e altri, «Antibacterial effect in vitro of EM (effective microorganisms) on Aeromonas hydrophila.,» Acta Agriculturae Universitatis Jiangxiensis, vol. 35, n. 2, pp. 404-407, 2013.
[13]T. Jingchun, N. Xiaowei e altri, «Bioremediation of petroleum polluted soil by combination of rye grass with effective microorganisms.,» in International Conference on Environmental Science and Information Application Technology., Wuhan, 2009.
[14]M. Nurzillah, F. Norfadzrin e H. Haryani, «Influence of applying effective microorganism (EM) in controlling ammonia and hydrogen sulphide from poultry manure.,» Malaysian Journal of Veterinary Research, vol. 9, n. 2, pp. 40-43, 2018.
[15]L. Fathurrahman e H. A. H. Siti, «Symbiotic bioremediation of aquaculture wastewater in reducing ammonia and phosphorus utilizing Effective Microorganism (EM-1) and microalgae (Chlorella sp.).,» International Biodeterioration & Biodegradation, vol. 95, n. A, pp. 127-134, 2014.
[16]T. Higa, Microrganismi Effettivi Benessere e rigenerazione nel rispetto della natura. La rivoluzione che ci salverà!, Tecniche Nuove, 2006.
[17]Sairenji, Fujii, Higa e altri, «Influenza virus inactivation by effective micro-organisms fermented liquid (EM1),» in 62nd Annual Meeting of the Japanese Society for Virology, Yokohama , 2014.
[18]T. Hori, J. Kiyoshima e H. Yasui, «Effect of an Oral Administration of Lactobacillus casei Strain Shirota on the Natural Killer Activity of Blood Mononuclear Cells in Aged Mice,» Bioscience, Biotechnology, and Biochemistry, vol. 67, n. 2, pp. 420-422, 2003.
[19]C. Maldonado Galdeano e G. Perdigo, «The Probiotic Bacterium Lactobacillus casei Induces Activation of the Gut Mucosal Immune System through Innate Immunity,» Clinical and Vaccine Immunology, vol. 13, n. 2, pp. 219-226, 2006.
[20]M. Abt e L. Osborne, «Commensal Bacteria Calibrate the Activation Threshold of Innate Antiviral Immunity,» Immunity, vol. 37, n. 1, p. 158–170, 2012.
[21]W. H. Man, M. Clerc e altri, «Loss of Microbial Topography between Oral and Nasopharyngeal Microbiota and Development of Respiratory Infections Early in Life,» American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine, vol. 200, n. 6, pp. 760-770, 2019.
[22]A. A. T. M. Bosch, W. A. A. de Steenhuijsen Piters e altri, «Maturation of the Infant Respiratory Microbiota, Environmental Drivers, and Health Consequences. A Prospective Cohort Study.,» American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine, vol. 196, n. 12, p. 1582–1590, 2017.
[23]P. Forsythe, «Probiotics and Lung Diseases,» Chest, vol. 139, n. 4, p. 901–908, 2011.
[24]T. Nagai, S. Makino e altri, «Effects of oral administration of yogurt fermented with Lactobacillus delbrueckii ssp. bulgaricus OLL1073R-1 and its exopolysaccharides against influenza virus infection in mice,» International Immunopharmacology, vol. 11, n. 12, pp. 2246-2250, 2011.
[25]M. Kawase, F. He e altri, «Oral administration of lactobacilli from human intestinal tract protects mice against influenza virus infection,» Letters in Applied Microbiology, vol. 51, pp. 6-10, 2010.
[26]H. Yasui, J. Kiyoshima e T. Hori, «Reduction of Influenza Virus Titer and Protection against Influenza Virus Infection in Infant Mice Fed Lactobacillus casei Shirota,» Clinical and Diagnostic Laboratory Immunology, vol. 11, n. 4, p. 675–679, 2004.
[27]Y.-N. Lee e H.-N. Youn, «Sublingual administration of Lactobacillus rhamnosus affects respiratory immune responses and facilitates protection against influenza virus infection in mice,» Antiviral Research, vol. 98, n. 2, pp. 284-290, 2013.
[28]K. Murakami, K. Adachi e altri, «Effects of the Soil-Derived Microorganism BX-1 on Chicken Newcastle Disease,» Advances in Infectious Diseases, vol. 10, pp. 1-10, 2020.
[29]S. Makino, S. Ikegami e altri, «Reducing the risk of infection in the elderly by dietary intake of yoghurt fermented with Lactobacillus delbrueckii ssp. bulgaricus OLL1073R-1,» British Journal of Nutrition, vol. 104, p. 998–1006, 2010.
[30]M.-K. Park, V. NGO e altri, «Lactobacillus plantarum DK119 as a Probiotic Confers Protection against Influenza Virus by Modulating Innate Immunity,» Plos One, vol. 8, n. 10, p. e75368, 2013.
[31]H.-N. Youn e Y.-N. a. Lee, «Effect of intranasal administration of Lactobacillus fermentum CJL-112 on horizontal transmission of influenza virus in chickens,» Poultry Science, vol. 91, n. 10, pp. 2517-2522, 2012.
[32]T. Izumo, T. Maekawa e altri, «Effect of intranasal administration of Lactobacillus pentosus SPT84 on influenza virus infection in mice,» International Immunopharmacology, vol. 10, n. 9, pp. 1101-1106, 2010.
[33]T. Hori, J. Kiyoshima, K. Shida e H. Yasui, «Effect of Intranasal Administration of Lactobacillus casei Shirota on Influenza Virus Infection of Upper Respiratory Tract in Mice,» Clinical and Diagnostic Laboratory Immunology, vol. 8, n. 3, p. 593–597, 2001.
[34]Harata. G, F. He e altri, «Intranasal administration of Lactobacillus rhamnosus GG protects mice from H1N1 influenza virus infection by regulating respiratory immune responses,» Letters in Applied Microbiology, vol. 50, pp. 597-602, 2010.
[35]H.-N. Youn, D.-H. Lee e altri, «Intranasal administration of live Lactobacillus species facilitates protection against influenza virus infection in mice,» Antiviral Research, vol. 93, n. 1, pp. 138-143, 2012.
[36]J.-M. Yeo, H.-J. Lee e altri, «Lactobacillus fermentum CJL-112 protects mice against influenza virus infection by activating T-helper 1 and eliciting a protective immune response,» International Immunopharmacology, vol. 18, n. 1, pp. 50-54, 2014.
[37]Y. Tomosada, E. Chiba e altri, «Nasally administered Lactobacillus rhamnosus strains differentially modulate respiratory antiviral immune responses and induce protection against respiratory syncytial virus infection,» BMC Immunology, vol. 14, n. 40, 2013.
[38]O. K. Kumova, A. J. Fike e altri, «Lung transcriptional unresponsiveness and loss of early influenza virus control in infected neonates is prevented by intranasal Lactobacillus rhamnosus GG,» PLoS Pathogens, vol. 15, n. 10, p. e1008072, 2019.
[39]N. Kobayashi, T. Saito e altri, «Oral administration of heat-killed Lactobacillus pentosus strain b240 augments protection against influenza virus infection in mice.,» International Immunopharmacology, vol. 11, n. 2, pp. 199-203, 2011.
[40]N. Maeda, R. Nakamura e altri, «Oral administration of heat-killed Lactobacillus plantarum L-137 enhances protection against influenza virus infection by stimulation of type I interferon production in mice,» International Immunopharmacology, vol. 9, n. 9, pp. 1122-1125, 2009.
[41]Y.-J. Jung, Y.-T. Lee e altri, «Heat-killed Lactobacillus casei confers broad protection against influenza A virus primary infection and develops heterosubtypic immunity against future secondary infection,» Scientific Reports, vol. 7, n. 17360 , 2017.
[42]M. Kawase, F. He e altri, «Heat-killed Lactobacillus gasseri TMC0356 protects mice against influenza virus infection by stimulating gut and respiratory immune responses,» FEMS Immunology & Medical Microbiology, vol. 64, n. 2, p. 280–288, 2012.
[43]G. Weiss, S. Rasmussen e altri, «Lactobacillus acidophilus induces virus immune defence genes in murine dendritic cells by a Toll-like receptor-2-dependent mechanism,» Immunology, vol. 131, pp. 268-281, 2010.
[44]T. Hori, J. Kiyoshima, K. Shida e H. Yasui, «Augmentation of Cellular Immunity and Reduction of Influenza Virus Titer in Aged Mice Fed Lactobacillus casei Strain Shirota,» Clinical and Diagnostic Laboratory Immunology, vol. 9, n. 1, pp. 105-108, 2002.


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