Dopo migliaia di anni di lavorazione del suolo, appare sempre più evidente che questo metodo in realtà danneggia i microrganismi che compongono questo complesso ecosistema.
Che venga fatto con una pala, una zappa, un piccone o un aratro, l’obiettivo della lavorazione del suolo è quello di arieggiare gli strati superiori, dissodando le zolle e rovesciando così gli strati del suolo, seppellendo le erbe infestanti e portando in superficie i nutrienti.
La lavorazione del suolo ha caratterizzato le pratiche agricole fin dalla loro nascita, ma dopo 10.000 anni di storia e di evoluzione verso mezzi sempre più potenti ed in grado di scavare sempre più in profondità, inizia ad apparire evidente che questo metodo non fa altro che ridurre progressivamente la fertilità del suolo.
Aratura moderna
Gli americani furono i primi a mettere in discussione la pratica dell’aratura, dopo la tristemente famosa “Dust Bowl” o bolla di polvere degli anni ’30, durante la quale un grande superficie di praterie si convertì in sterile deserto dopo 60 anni di profonda aratura.
Prima di allora, era comune tra i contadini scherzare sulla storia di un vecchio nativo americano che, avendo visto per la prima volta un campo arato negli anni ’70 dell’Ottocento, disse al contadino: “verso sbagliato”. La storia derideva l’intelligenza dell’uomo nativo americano.
Effetti immediati ma di breve durata
Quando le erbe native e le loro radici profonde vengono capovolte, si avvia una rapida decomposizione di questa materia organica, che attiva un abbondante flusso di nutrienti per il primo ciclo di coltura, ma lascia il suolo sempre più impoverito ad ogni ciclo colturale.
La rivoluzione verde degli anni ’40 – ’60 ci ha permesso di sostituire le sostanze nutritive principali che avevamo rubato dal suolo con quelle sintetiche, mettendo un cerotto sul problema fino ad oggi.
Il problema è che la fertilità del suolo non è sintetizzabile con la semplice presenza di azoto, fosforo e potassio (NPK), i tre minerali sintetici con cui continuiamo ad impregnare il terreno. Ha bisogno di tutti i microrganismi che aiutano a trattenere e assorbire le sostanze nutritive, dell’humus e di tutti i minerali essenziali che, in assenza di un suolo fertile e strutturato, vengono velocemente dilavati nelle falde acquifere, da cui gli eccessi di nutrienti azotati distruggono fiumi, laghi e oceani.
La rivoluzione senza fine
L’idea di un’agricoltura moderna senza aratura è stata inizialmente resa popolare dal libro di Edward Faulkner, Plowman’s Folly (La follia dell’aratore) negli anni ’40. Ora che la rivoluzione verde sta volgendo al termine e gli agricoltori stanno affrontando molti degli stessi problemi che hanno avuto durante la Grande Depressione, molti di loro stanno iniziando a prendere sul serio l’idea rivoluzionaria di Faulkner che non esiste alcuna giustificazione scientifica per la lavorazione.
Il New York Times riporta che per alcune coltivazioni, come i semi di soia, la superficie dedicata all’agricoltura senza lavorazione è quasi raddoppiata negli ultimi 15 anni.
“Ci sono agricoltori in tutto il paese – agricoltori buoni, conservatori o imprenditori – che non credono affatto nell’aratura”, scrive Bill Finch, capo consulente scientifico per i giardini botanici in Alabama. “Si sono resi conto che arare e scavare non stava migliorando il terreno”, dice Finch. “Stava invece distruggendo la struttura naturale del suolo, rendendo più difficile la crescita delle piante”.
Quando l’esigenza porta al cambiamento
I contadini iniziarono ad abbracciare la filosofia del non-arare alla fine degli anni ’70 con lo sviluppo di una seminatrice su sodo per il mais, racconta al Christian Science Monitor Brian Jones, della Virginia No-Tillage Alliance.
Dopo 400 anni di lavori nello stato, “si stavano preoccupando di quanto suolo stavano sprecando”, ha detto Jones. “Ora più del 50% degli agricoltori della Virginia è passato alla non aratura.”
I coltivatori risparmiano molto tempo, denaro e combustibili fossili, rinunciando alla vecchia pratica della rottura delle zolle. “Almeno il 30% del loro inventario di macchinari per la lavorazione del terreno è stato fermato nelle rimesse”, afferma Jones.
La siccità e le inondazioni che hanno afflitto gran parte del paese negli ultimi anni hanno attirato più agricoltori verso la non aratura, ha dichiarato al New York Times il filantropo Howard Buffett, figlio del miliardario Warren Buffett e sostenitore della conservazione del suolo.
“Quando sei in una situazione di siccità, questo attira l’attenzione di tutti”, dice Buffet. “Gli agricoltori non cambiano realmente il loro comportamento fino a quando non vedono che devono farlo, che è praticamente la natura umana.”
“Quando arrivi fino in fondo, non c’è nulla di naturale o necessario nello scavo”, scrive Finch.
“Gli orticoltori domestici che continuano a scavare e zappare i loro orti vivono ancora nell’età oscura dell’agricoltura. Molti non si rendono conto che la loro aratura e lavorazione sono inutili e pericolose come un salasso su un paziente nella speranza di curare una malattia”.
La filosofia non-arare, non-scavare
Il suolo è il suo ecosistema complesso, brulicante di vita, scrive Angelo Eliades sul suo blog Deep Green Permaculture. Ci sono circa 50 miliardi di microbi in 1 cucchiaio di terreno, inclusi batteri, funghi, lieviti, protozoi, alghe e nematodi. Questi microrganismi rendono disponibili le sostanze nutritive per le piante, strutturando il suolo e favorendo il movimento dell’acqua e dell’aria, il controllo delle malattie e la crescita delle piante.
Rivoltando il terreno lo si espone all’aria, che lo asciuga, e ai raggi ultravioletti del sole, che lo sterilizzano. Rilascia anche molti dei suoi nutrienti, come il carbonio e l’azoto. Senza una quantità sufficiente di materia organica, non trattiene bene l’acqua e diventa facilmente erodibile.
Quando scavi il suolo per la prima volta, le piante crescono meglio perché i microrganismi muoiono e rilasciano i loro nutrienti. Il problema è che funziona solo una volta e poi il suolo è morto. Quindi le piante diventano più inclini alle malattie e richiedono fertilizzanti chimici e pesticidi, che uccidono i microrganismi residui del suolo.
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“In natura, il suolo non ha bisogno di essere coltivato manualmente per far crescere foreste spettacolari“. Scrive Eliades. “Ciò che è vero in Natura vale anche nel nostro giardino”.
Nel giardinaggio senza scavare, la materia organica – come letame, compost, paglia o foglie – viene stratificata sulla superficie del terreno. Si tratta di un compostaggio a strati, in cui le aiuole di coltivazione nel giardino diventano essenzialmente grandi aree di compostaggio. Le erbe infestanti vengono uccise e tenute sotto controllo dalla pacciamatura.
“Quando c’è da scavare, lascia che gli esperti facciano il loro lavoro“, dice Eliades. I lombrichi possono trasformare ogni anno circa 50 tonnellate di terreno per ettaro, aerare il terreno e migliorare la filtrazione dell’acqua.
Il compost prodotto dai lombrichi è anche ricco di sostanze nutritive, con livelli di fosforo quattro volte superiori a quelli del terreno circostante e di azoto facilmente disponibile per le piante, eliminando la necessità dei fertilizzanti chimici NPK.
Tradotto da: https://returntonow.net/2018/01/27/no-till-gardening-revolution-farmers-putting-plows/
Per maggiori informazioni sulla gestione del suolo senza aratura guarda anche:
- Agricoltura conservativa: 8 buoni motivi per ridurre le lavorazioni del suolo
- La semplicità del non lavorare il suolo