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Il Neem, storia e tradizioni

Anche prima che gli antichi erboristi scoprissero le qualità analgesiche del salice, da cui deriva l’aspirina, rami, frutti e foglie del Neem venivano utilizzati dalle persone come rimedi casalinghi. Un punto chiave nell’uso del Neem, a differenza di alcune terapie mediche ed altre piante, è la sua totale coerenza con la massima di Ippocrate “per prima cosa, non provocare danni”. Per migliaia di anni  il Neem è stato utilizzato da milioni di persone e non sono stati documentati effetti indesiderati a dosaggi normali. Solo a dosi molto elevate il Neem può essere tossico, cosa facilmente comprensibile riguardo a qualunque tipo di rimedio assunto per via interna.

 

Il Neem nei Veda Indiani

Il Neem viene anche chiamato “Arista” dal sanscrito, un termine che significa perfetto, completo ed imperituro. Il nome sanscrito “Nimba” viene da “Nimbati Syasthyamdadati” che significa “dare buona salute”. “Pinchumada”, un altro nome sanscrito del Neem, significa il distruttore della lebbra e guaritore delle infezioni della pelle. Le sue proprietà medicinali vengono sottolineate negli scritti più antichi e i suoi usi nella medicina Hindu risalgono a tempi molto antichi. Il primo dato certo riguardo alle proprietà curative del Neem ed ai suoi usi nella medicina degli indigeni indiani è stato trovato nel “Arthashastra” di Kautilya ed è datato attorno al IV secolo a.C.

Proprietà medicinali conosciute dai tempi più antichi

Le proprietà medicinali del Neem sono descritte negli antichi documenti “Carak- Samhita” e “Sushruta-Samhita”, i libri che costituiscono il fondamento del sistema medicinale Indiano, l’Ayurveda. La medicina Ayurvedica pone l’accento su un approccio olistico alla salute e al benessere umano. Il Neem viene descritto in questi testi come “sarva roga nivarini” (un guaritore universale di tutte le malattie) ed è stato infatti utilizzato nella medicina Ayurvedica per più di 4.000 anni grazie alle sue proprietà medicinali. I dati mostrano che l’olio di Neem non commestibile è stato forse il primo olio medicinale conosciuto. Praticamente ogni parte della pianta è conosciuta per le sue proprietà e gli usi medicinali. Questi sono: tonico e anti-periodico (corteccia di radice, corteccia di fusto e frutto giovane), antisettico e stimolante locale (semi, olio e foglie), stimolante tonico e stomachico (fiori), tonico emolliente (gomma), rinfrescante, nutriente e tonico alternativo (linfa). Foglie, corteccia e frutti sono stati usati per lungo tempo nelle medicine ayurvediche e sono descritti nella scrittura antica di Sushruta.

In un antico trattato Sanscrito su foreste e agricoltura, il “Upavanavinod”, il Neem viene citato come cura per suoli, piante o animali debilitati. I panelli di Neem, ovvero i residui dei semi dopo la spremitura, vengono utilizzati per l’alimentazione del bestiame e del pollame, mentre le sue foglie per aumentare la fertilità del suolo. Il “Brihat Samhita” di “Varahamihira”, datato circa al VI sec. d.C., contiene un capitolo di versi sulle piante medicinali. In esso si raccomanda di piantare un albero di Neem vicino alle abitazioni. Il vaiolo e la varicella venivano curati o prevenuti con l’uso di foglie di Neem. 

Gli studiosi Unani conoscevano le proprietà benefiche del Neem per la salute umana e lo chiamavano “Shajar-e-Munarak”, ovvero l’albero benedetto. Gli studiosi Persiani chiamavano il Neem “Azad dirakht-I-Hind”, che significa il nobile o libero albero dell’India.

Il Neem nella mitologia Hindu

Il Neem è intriso di significato spirituale. Le sue proprietà curative vengono attribuite al fatto che alcune gocce di nettare del paradiso siano cadute su di esso. In molte storie della mitologia dell’antica storia Indiana viene conferita origine divina a questo albero. Tra queste: alcune gocce di Amrita (Ambrosia, l’elisir dell’immortalità) sono cadute sull’albero di Neem che era portato dal Garuda (creatura della mitologia Hindu, mezza uomo e mezza uccello) verso il paradiso; in un’altra storia, Amrita è stata spruzzata da Indira (l’essere celeste) sulla Terra, dando origine all’albero di Neem e conferendogli così numerose di quelle proprietà di grande utilità per gli umani, migliori di quelle di “Kalpa-vriksha”, l’albero che soddisfa i desideri. In un’altra storia l’albero di Neem viene collegato a “Dhanmantri” (il dio Aryan della medicina). Gli antichi Hindu credevano che piantare alberi di Neem garantisse il passaggio in paradiso. Si credeva che la dea del vaiolo, “Sithala”, vivesse nell’albero neem.

Il Neem e l’India rurale

Anche oggi gli Indiani che vivono nelle campagne si riferiscono all’albero di Neem come alla “farmacia del villaggio” poichè lo utilizzano ancora a molti scopi. L’accesso ai suoi numerosi prodotti è sempre stato gratuito o molto economico. Esistono circa 14 milioni di alberi di Neem in India e le tecniche tradizionali per l’estrazione dei semi e l’emulsione dell’insetticida non richiedono attrezzature costose.

Le foglie del Neem vengono deposte all’ingresso delle case per tenere fuori gli spiriti maligni. Le spose si fanno il bagno nell’acqua riempita di foglie di Neem. I bimbi appena nati vengono lasciati su foglie di Neem per donare loro un’aura protettiva. Il Neem fornisce più ossigeno degli altri alberi. Questo albero è anche connesso con il sole nella storia di Nimbark “il Sole nell’albero di Neem”. 

L’albero sacro dei villaggi Indiani

Ad Andhra Pradesh, nel sud dell’India centrale, il Neem è chiamato in lingua Telgo “Vepa” o il purificatore dell’aria. Si crede che la semplice presenza dell’albero di Neem vicino alle case sia in grado di migliorare la salute umana e di agire come profilassi contro la febbre malarica e il colera. Ad Uttar Pradesh, nell’India del nord, i villaggi circondati da alberi di Neem vengono proverbialmente citati come liberi dalla febbre, mentre i villaggi intorno senza Neem ne hanno sofferto severamente (Mitra 1963).

La fede nelle proprietà curative del Neem in alcune popolazioni indiane è così forte da essere difficile da spiegare. Nel sud dell’India, le persone depongono i malati affetti da vaiolo, varicella o anche sifilide su un letto di foglie di Neem e li sventolano con un suo ramo. Le proprietà medicinali del Neem aiutano i malati a soffrire meno e a riprendere presto la loro salute. Le tribù Khasi e Jaintia nell’India nord-orientale usano foglie di Neem per curare la diarrea e la dissenteria, mentre foglie e frutti sono usati nel trattamento della tubercolosi e delle malattie cardiache.

A causa di proprietà curative così diverse, il Neem è giustamente conosciuto come “La Farmacia del Villaggio” nell’India rurale e si è assicurato un posto nella farmacopea indiana. I preparativi comuni sono la corteccia in polvere, le foglie fresche, un decotto e la tintura di corteccia in polvere e un impiastro di foglie di Neem. Si dice che la corteccia sia astringente, tonica e anti-periodica, mentre si dice che le foglie agiscano come stimolanti per le ulcere indolenti e mal condizionate.

L’industria del Neem in India

Quella del Neem è un’industria matura e organizzata in India, con un sistema ben strutturato di raccolta, elaborazione e marketing. Negli ultimi due anni i prodotti realizzati a partire dal Neem stanno guadagnando una maggiore accettazione in agricoltura biologica. Negli ultimi 70 anni sono state condotte ricerche approfondite sulle proprietà del Neem ad opera di istituti che vanno dall’Istituto indiano di ricerca agricola e dal Centro di ricerca sulla malaria al Tata Energy Research Institute e alla Khadi and Village Industries Commission (KVIC). Un certo numero di prodotti commerciali a base di Neem, compresi pesticidi, medicinali e cosmetici, sono arrivati sul mercato negli ultimi anni, alcuni dei quali prodotti nel settore su piccola scala sotto la bandiera del KVIC, altri da laboratori di medie dimensioni.

Il Neem negli altri paesi

La reputazione del Neem come mitigatore delle malattie ha viaggiato lontano fino all’Africa tropicale, dove è stato introdotto un centinaio di anni fa e anche in America Latina, dove è stato introdotto nello scorso decennio. In Kenya e nei paesi confinanti nell’Africa orientale, Neem in lingua Kiswahili è noto come “Mwarunaini” che significa il sollievo di 40 disturbi umani. In Niger, in Africa occidentale, l’uso più frequente di olio di Neem è anche a scopo terapeutico. 

Articolo originale su www.natureneem.com

 


 
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